Elena ed il Jamboree 2023
Sono in aereo di ritorno da questa esperienza memorabile che mi ha fatto crescere e grazie alla quale ho appreso tante cose.
Oltre ad avere il bagaglio stracolmo sento il cuore pieno: pieno di gioia e di speranza.
In queste due settimane ho visto giovani provenienti da paesi differenti, lontani e magari in conflitto tra di loro condividere la passione per lo scautismo, parlare insieme, raccontarsi delle loro tradizioni, scambiare patch e insegnare parole nella propria lingua. Questo mi ha fatto rendere conto che le varie culture hanno la forza di unire e costruire, e allo stesso tempo di dividere e distruggere. Ma al jamboree tutti noi abbiamo respirato un'aria di pace perché a noi ragazzi non importava il colore della pelle dell'altro o la religione del popolo che avevamo davanti, ma lasciare a ciascuno qualcosa di nostro per ricevere in cambio un pezzo di ognuno.
Alla cerimonia di chiusura i colori e le voci di tutte le nazioni si sono potuti riunire per concludere questo capitolo che rimarrà per sempre impresso nelle nostre menti e nei nostri cuori, e per cantare a voce unanime ancora un'ultima volta sotto la pioggia.
Quando il 7 agosto ci dissero che saremmo dovuti evacuare pensavo non sarebbe stato possibile, che il jamboree fosse finito, stroncato da un fattore metereologico non prevedibile. Ma è stato proprio in questo momento di difficoltà che è venuto fuori il lato più scout di ognuno di noi. Tutti erano in fermento: si cercava di invitare più gente possibile a cena, per condividere le proprie culture, si girava per i sottocampi cercando l'unità di quel paese particolare con cui si voleva scambiare il patch di contingente, o il proprio fazzolettone e la sera abbiamo ballato tutti insieme canzoni internazionali, facendo divertire e riuscendo a far sorridere anche i più timidi e introversi tra di noi.
Ciò che non mi dimenticherò mai sarà il cultural day. Il nostro reparto lo ha trascorso a fare pasta, cuocerla e mangiarla, fare caffè e cantare canzoni italiane. Ragazzi e ist di ogni parte del mondo venivano, si facevano disegnare il tricolore in viso e sulle braccia, e con il sorriso stampato in faccia, a loro volta portavano dolcetti tipici dei loro Paesi e raccontavano aneddoti e leggende locali.
Verde, bianco, rosso e blu si mischiavano a tanti colori di vestiti tradizionali, bandiere e volti tutti differenti gli uni dalle altre: così le nostre culture si sono intrecciate tra di loro e hanno arricchito ognuno di noi.
Comments