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Quando il VdE1 andò a Santiago - Una testimonianza

Il percorso spagnolo per intero è di 900 Km, noi abbiamo percorso solo gli ultimi 115. Nella progettazione si è dovuto tener presente di tutte le condizioni: numero persone, quanti adulti con difficoltà, quanti giovani, quanti bambini, un presidio sanitario, un centro dove piazzare le tende, una cucina da campo, una corriera confortevole, con vettovaglie e cibo per la durata del cammino.

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progetto santiago

Abbiamo optato per un camping attrezzato come punto di riferimento a metà del percorso, dove arrivare alla sera , mangiare e lavarsi. Vi spiego come si doveva procedere: scelto il punto (paese di Monterroso in Galizia), si è montato il campo scout nel camping attrezzato, il gioco era questo: alla mattina la corriera ci accompagnava alla prima tappa del percorso, ci lasciava e tornava a riprenderci alla fine della giornata in un punto stabilito, circa 20 km dopo in avvicinamento al campo base, alla mattina seguente seconda tappa, con inizio da dove ci aveva prelevati e così fino all’arrivo a Santiago. Sembra semplice ma…. provare per credere. E logico non si arriva in Spagna in una giornata , quindi in Francia abbiamo fatto una tappa a Nay, con dormita (vicino Lordes), un nostro capo Karine è nata in questi posti e così si è preoccupata di organizzare la notte in una scuola di paese. Con noi era anche il parroco di Bannone come guida spirituale, una bella esperienza anche per lui. Tra poco inizierò il racconto, prima però ci sono ancora cosine tecniche da spiegare. Il principio è: non portarsi dietro il superfluo che tanto non verrà usato e fa solo peso! Consigliato è l'utilizzo di materiali così detti tecnici, cioè materiali leggeri, resistenti, facili da lavare, che si asciugano velocemente. Anche la scelta delle scarpe è fondamentale.

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Tenete presente però, che si cammina spesso su sentieri sterrati e ghiaiosi, personalmente ho usato un paio di scarponcini alti e non me ne sono pentito. Abbigliamento e attrezzatura, accessori, necessario per la toilette personale , Mini "pronto soccorso" mollettine da bucato e una cordicella e tutto quello che voi scout sapete, non dimenticate un sassolino da portare da casa e lasciare sulla via. Ecco questo è quello che abbiamo dovuto studiare a Tavolino,certo non è tutto qui. A questo punto, zaino in spalla e ... buen camino.

1 Agosto 2007- Il campo è già efficiente, noi partiamo per la prima tappa, (non racconterò 5 giorni di percorso, ma solo quello che ricordo a grandi linee, certo dal mio punto di vista). Arrivati sul posto, mi ricordo un piccolo incrocio con le indicazioni a sinistro per Roncisvalle a destra per Santiago, era un posto di ristoro, dove si poteva anche fare timbrare il libretto con le tappe, così da avere alla fine un promemoria dei posti visitati. Preso il sentiero comincia il vero cammino, la vera fatica; il gruppo comincia così a sfaldarsi: chi va veloce, chi lento, cosicché decidiamo di ritrovarsi alla fine. Per quanto mi riguarda, ho camminato con i miei problemi di schiena, in compagnia, parlando di tante cose con tutti, ma soprattutto con la gente che veniva da tutte le parti del mondo, la lingua non era un problema, spagnolo, Inglese, qualsiasi andava bene, ci si comprendeva in qualche maniera, così ho incontrato chi era in viaggio da un anno, proveniente da Parigi e oltre, dall’Australia, dalla Germania, insomma da ogni dove. Ogni uno con la sua storia ed intanto le ore passavano e con loro i chilometri: un altro posto di ristoro, un altro timbro. Nei posti di ristoro io prendevo la tortillas, una frittata con patate dentro un panino gigante. Quando il percorso attraversava un piccolo paese, trovavamo sulle finestre o su di un banchetto davanti alle porte di casa un cestino con alcuni frutti che potevi prendere lasciando un’offerta. Anche lungo la via vi erano piante con i frutti e molti compreso io ne abbiamo approfittato. Bene siamo arrivati la corriera è nella strada che ci aspetta, alcuni sono già li in attesa, si torna al campo.

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Quella sera non avevamo vino per i più anziani e allora mi sono avviato verso il paese e dopo un po’ di ricerche, ho trovato dei vecchietti cha giocavano a carte in un locale tipo cantina, sono entrato è ho chiesto dove potevo comprare del vino: Quando hanno sentito la mia lingua , mi hanno indirizzato da uno di loro. “Che c’è paisà?”, un anziano Italiano con origini in Puglia che viveva li da molti anni. “Ci siamo accampati nel camping e cercavo del vino per la cena.”- “E quanto ne vuoi?”- “Penso 5 litri, siamo in tanti.”. Dopo avergli raccontato del nostro viaggio e anche un po’ dell’Italia, apre un porta e dietro una botte alta 2 metri, un bicchiere l’abbiamo bevuto in compagnia, in una tanica mi ha dato i 5 litri di vino rosso. Un saluto affettuoso poi al campo tra la meraviglia di tutti.

Nei giorni seguenti il cammino è continuato ognuno con i suoi problemi e quindi ci siamo aiutati a vicenda: Antonia col bambino e la carrozzina, a turno l’aiutavamo a passare i guadi sui ruscelli o in particolari momenti di percorso ostile, altri con problemi di gambe ed io con i mie problemi di schiena. Ricordo di aver stressato un po’ tutti con le mie pause merenda, non mi andava di perdere la normale routine dei pasti, ma non potevo pretendere che tutto il gruppo si fermasse per me, così venirmi incontro era Francesco che chiudeva la fila e si fermava ad aspettarmi che finissi il panino, prima di raggiungere gli altri che si accampavano poco distante. All’arrivo al camping ogni sera si faceva un piccolo incontro per studiare il percorso del giorno dopo e per capire le varie difficoltà. L’ultima tappa era la più corta penso di 7 km , poi si entrava a Santiago. Devo dire, ma è solo un mio pensiero, che la parte mistica del viaggio per me è terminata davanti al cartello stradale di Santiago, un bellissimo cammino, una camminata mondiale, perché sulla strada c’era il mondo. All’ingresso in città, tra negozi i souvenir e lo scenario folkloristico da festa di paese, sono rimasto un po’ perplesso. Però l’impresa nostra e del nostro gruppo era riuscita.

Strongoli Giuseppe

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