GLi scout del MASCI riuniti a Cesena
Al convento dei Cappuccini di Cesena è in corso l’assemblea regionale del Masci (Movimento adulti scout cattolici italiani) sul tema “Il coraggio del perdono”.
Dopo le testimonianze di Don Erio Castellucci e Giovanni Bachelet (figlio del giurista e presidente AC ucciso dalle BR), gli scout si sono riuniti in gruppi di lavoro per poi confrontarsi con i relatori.
22 marzo 2015: prima uscita ufficiale del MASCI Val d’Enza
Oggi siamo andati a Cesena e, meravigliosamente accolti dai Padri Cappuccini e dai fratelli di Cesena, abbiamo partecipato all’assemblea regionale del MASCI. E’ statala nostra prima uscita pubblica.Il tema della giornata era “Il coraggio del perdono” ed è stato introdotto da Don Erio Castellucci, che ha commentato la parabola del “figliol prodigo”. Ha posto l’accento sul sentimento del padre che, commosso, accoglie il figlio quando questo torna a casa. La commozione, ha spiegato Don Erio, nel mondo ebraico era un sentimento profondo, che si collocava nelle viscere, poiché la parola indica anche il movimento percepito dalla madre quando il bambino si muove nel suo grembo. Questo sentimento profondo e viscerale porta il padre non a vendicarsi (lavorerai fintanto che non mi avrai restituito il doppio di quello che hai preteso) e neppure ad applicare la legge (lavorerai finché non mi avrai restituito quello che hai preso), ma a festeggiare il ritorno del figlio, a perdonarlo nel cuore e festeggiare.
L’argomento è stato poi ripreso da Giovanni Battista Bachelet, fisico e politico italiano il cui padre, Vittorio, è stato ucciso dalle brigate rosse nel 1980. Al funerale del padre, l’allora venticinquenne Giovanni ha letto una preghiera scritta da lui e dai famigliari in cui prega anche per quelli che hanno tolto la vita al padre, perché “senza nulla togliere alla giustizia che deve trionfare, sulle nostre bocche ci sia sempre il perdono e mai la vendetta, sempre la vita e mai la richiesta della morte degli altri”. La capacità di perdonare, ha spiegato, gli è venuta dal contesto in cui ha vissuto, dall’amore che ha ricevuto, da Dio. Gesù ai peccatori dice “ti sono perdonati i peccati”, non io ti perdono, perché solo Dio è in grado di farlo. Il perdono non è in contraddizione con la giustizia, anche la Costituzione, all’articolo 27 dice che la pena non consiste nella restituzione del male fatto, ma tende alla rieducazione del colpevole. Il perdono poi è in relazione con la verità, perché chiedere perdono implica il riconoscere che si è fatto qualcosa di sbagliato. Fortunatamente le cose che ci è dato di perdonare non sono sempre della gravità e della portata di quelle accadute a Bachelet, ma il perdono nelle piccole cose è meno eroico e forse più difficile.
Le diverse domande hanno messo in relazione gli anni di piombo con quello che oggi sta accadendo oggi ad opera dell’ISIS. Bachelet ha suggerito di far leva sui tanti seguaci dell’Islam che credono nella democrazia, ha suggerito di rendere la libertà tanto attraente da renderla preferibile alle tentazioni dei discorsi degli estremisti. Il terrorismo venne sconfitto grazie al fatto che tanti, a cominciare dalle famiglie delle vittime, hanno preferito la giustizia alla vendetta. I terroristi si dichiarano in guerra col mondo, noi non dobbiamo armarci, il nostro messaggio deve essere chiaro: noi non siamo in guerra con voi. Il militarizzarsi porta a situazioni di stallo, come quella tra palestinesi ed ebrei.
A chi ha osservato che il mondo di oggi è forse più facile di quello di trenta anni fa, ma è più triste perché è privo di speranza, Bachelet ha risposto che, se è vero che non tutto va bene noi, in qualità di scout, siamo chiamati a guardare le cose buone e farle crescere.
Dopo il pranzo, l’approvazione del bilancio e delle modifiche al regolamento regionale e la celebrazione Eucaristica, siamo rientrati soddisfatti e con tantissimi spunti di riflessione.